venerdì 29 ottobre 2010

Zuppa di farro per grandi e piccini

Quando ero piccola, vivevo ancora all'Amorosa (Sinalunga), in Toscana, ero ghiotta di questa zuppa.
Settimana scorsa l'ho preparata per tutta la famiglia ed è stato un successone.
Vi regalo questa vecchia ricetta toscana, custoditela, perché è un piatto ideale per le prime fredde giornate autunnali.

ZUPPA DI FARRO ALLA TOSCANA
Gli ingredienti che vi occorrono sono:
350 gr di fagioli borlotti già lessati (se usate quelli secchi, prima di cuocerli, dovete metterli a bagno per 10/12 ore)
250 gr di Farro della Garfagnana
tre cucchiai di conserva di pomodoro
50 gr di rigatino (o pancetta)
1 spicchio d'aglio
1 carota
1 costa di sedano
1 piccola cipolla
un mazzetto di prezzemolo e, se lo avete, qualche foglia di basilico
olio extra vergine d'oliva
a piacere, formaggio pecorino stagionato grattugiato

Il procedimento è questo:
Prendete una pentola bella capiente. Preparate un soffritto con la pancetta tritata, l'olio, un battuto d'aglio, carota, sedano e cipolla, prezzemolo e, se lo avete, il basilico. Preparate un passato con i fagioli borlotti lessati. Appena il soffritto inizia ad appassire, unite il passato di fagioli e portate a volume aggiungendo acqua calda leggermente salata e la conserva di pomodoro. Appena ricomincia a bollire aggiungete il farro (da sciacquare prima sotto l'acqua). Lasciate cuocere a fuoco dolce per circa 30/40 minuti.
Una volta pronta la zuppa, se vi piace, aggiungete del pecorino grattugiato.
Condite con un filo d'olio extra vergine d'oliva a crudo e, per i grandi, un'abbondante macinata di pepe.

Aspetto i vostri commenti.
Buon fine settimana a tutti.
Ginevra

1 commento:

  1. Ho trovato il tempo di leggere, ho letto, ho sorriso e mi son compiaciuto di una autrice così fantasiosa ed appassionata alla materia..
    Penso a voce alta.
    Le Sofie e i “pulcini” come lei col tempo crescono, sarà interessante seguire negli anni l’evoluzione della nuova specie.
    Capire se un corretto imprinting ha prodotto risultati apprezzabili che lasciano traccia anche in età adolescenziale
    e più in la in età adulta; è quasi una questione da ricerca scientifica se non socio-cultural-gastro-economica.
    Se hanno imparato a camminare con il loro gusto è altamente encomiabile, non necessariamente
    devono essere autori (saper cucinare) ma consapevoli consumatori (saper scegliere).
    Ma se avessero bisogno di un supporto, di un aggiornamento periodico che rinfreschi il desiderio
    e il piacere di un cibo vero, magari povero o raro, ma proprio per questo da considerare prezioso
    e da assaporare con attenzione e rispetto, per chi lo ha prodotto, lo ha scelto, lo ha elaborato.
    Allora forse una Ginevra che faccia crescere “le Pappe di Sofia” adeguandole alle diverse stagioni della vita potrebbe essere quell’autore che ha iniziato un percorso e lo sviluppa accompagnandoci,
    come fosse angelo custode, attraverso bancarelle di mercato, scaffali della grande distribuzione o piacevoli
    giornate passate sui campi di un contadino magari anche vignaiuolo.
    Introvabile delizia dell’uovo di giornata consumato nel pollaio con una goccia di limone, pomodoro ancora caldo dal sole
    raccolto e mangiato nell’orto con un pizzico di sale, chi ci indicherà dove trovare questi percorsi che valgono un viaggio,
    chi aiuterà i contadini a difendere il loro credo dalla globalizzazione dei sapori, dalla desertificazione dei prezzi,
    dalla definitiva scomparsa per impossibilità a sopravvivere.
    Brava Ginevra, continua così ad essere una come noi, non salire in cattedra a guardarci dall’alto della conoscenza
    ma accompagnaci giorno per giorno con semplici suggerimenti attraverso le buone strade del gusto e della passione.

    L’Anonimo Ristoratore …………

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